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En juillet 2020, au cœur de la pandémie de la Covid-19, les chefs d’État et de gouvernement de l’Union européenne s’accordaient sur un plan de relance macroéconomique inédit intitulé « Next Generation EU ». 750 milliards d’euros de dette européenne seraient ainsi levés au nom de l’Union, pour être ensuite réinjectés dans les économies européennes, afin de soutenir la reprise de l’activité et de la consommation, et de financer la double transition verte et digitale. Près de trois ans après son adoption, et alors que sa mise en œuvre est bien entamée, cette monographie offre la première étude approfondie sur cette initiative historique. Mû par une démarche résolument constitutionnelle, l’ouvrage entend tout à la fois montrer comment l’avènement du plan de relance a été rendu possible, et révéler l’impact plus structurel que cette initiative aura sur le système institutionnel de l’Union ainsi que sur la trajectoire du processus d’intégration européenne. Après être revenu sur l’état général de l’Union européenne et de la zone euro à la veille de la pandémie, l’ouvrage explore le processus politique ayant débouché sur l’adoption du plan de relance, pour ensuite en examiner la structure et le fonctionnement. L’analyse constitutionnelle de l’initiative s’articule autour de quatre principaux axes : les compétences de l’Union, les finances publiques de l’Union, les équilibres institutionnels de l’Union et la constitution macroéconomique de l’Union. L’ouvrage aborde enfin la difficile question de l’héritage du plan, et esquisse les perspectives de sa reproduction et de sa pérennisation. Alors que le continent est confronté à une triple crise écologique, géopolitique et industrielle, qui appelle une réponse vigoureuse de la puissance publique, le présent ouvrage offre un éclairage important sur la possibilité d’une action économique et budgétaire renforcée de l’Union européenne.
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Il volume si propone di verificare - anche alla luce delle indicazioni fornite dalla FAQ dell'Ivass del 29 luglio 2019 - l'ammissibilità e compatibilità nell'ordinamento interno delle polizze assicurative W&I (warranties and indemnities), ormai sempre più diffuse nelle operazioni di acquisizioni di partecipazioni societarie (e, più in generale, di trasferimento del controllo). L'analisi, condotta separatamente per la versione c.d. seller'side e per quella buyer's side delle polizze W&I, affronta questioni generali del diritto delle assicurazioni relative alla definizione e individuazione dei concetti di "sinistro" e "rischio", anche ripercorrendo il dibattito sviluppatosi sulla validità della clausola claims made.
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The focus of Legal Linguistics (Rechtslinguistik) has shifted from lexical, syntactic and terminological issues to expert-lay communication. This volume focuses on popularisation as a method of knowledge mediation in the law. It deals with different forms of communication (e.g., explanatory videos, brochures, websites), addressees (e.g., children, adolescents, adults), topics (e.g., empathy, emotions, trust), settings (e.g., courts, law firms, EU institutions), and finally, specific areas of law (e.g., inheritance law, criminal law, environmental law). The contributions, written in German and English, discuss theoretical issues and apply them practically to the corpus. The book is stimulating for anyone wanting to delve more deeply into the topic of popularisation
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Prevailing and Emerging Dilemmas in International Taxation presents an array of research papers encompassing the raging issues that confront the international tax community today because of a digitalized borderless world of commerce. However borderless the world of commerce has become owing to digitalization, nations remain divided by borders when it comes to taxation. This appositional issue has been discussed comprehensively in the chapters with scholarly insights.(i) The new global tax order that is emerging from the global organizations like OECD/G20 and the UN to border the borderless world attempts to resolve the challenge of equitable distribution of taxing rights between the developed and the developing world. The residence and market jurisdictions have been debated at length in this volume.(ii) The chapters deal with a range of topics that have sparked the debate on international taxation –(a) the issue of accepting source principle over residence, the perspectives of the UN Model Convention,(b) the debate on OECD’s Pillar One and Pillar Two proposals, and(c) the Global Minimum Tax.(iii) Additionally, certain other interesting topics have been included in this volume, for example,(a) various aspects of the taxation of the gig economy,(b) tax challenges of financial innovations, such as SPACs,(c) Indian experiences in investment arbitration, and critical evaluation of faceless assessment in India, shedding light on grey areas.(iv) The chapter on retroactive taxation is a very relevant addition to the bouquet of tax issues that impact the mobility of investments globally.(v) And finally, the critical evaluation of GST has made the volume a very well-rounded compendium.
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Il volume offre ai lettori una prima - ma già organica e ragionata - lettura delle ponderose e complesse modifiche apportate al processo civile dalla 'Riforma Cartabia' (d.lgs. n. 149/2022).Gli Autori (docenti, magistrati ed avvocati, particolarmente esperti nei settori e nelle materie a ciascuno affidati) trattano, in maniera completa e chiara, tutti gli aspetti della riforma, guidando il lettore nell'interpretazione delle norme ed affrontando le prime criticità interpretative ed applicative, che la riforma fa già intravedere. Particolare attenzione è dedicata alle modifiche riguardanti: il processo di cognizione di primo grado (e la sua 'variante' del processo semplificato), i giudizi di impugnazione ed i processi speciali (con uno specifico focus sul nuovo processo davanti al tribunale della famiglia), le esecuzioni forzate. Vengono esaminate le importanti innovazioni che riguardano: il processo civile telematico, la disciplina delle notificazioni, la mediazione, i procedimenti cautelari, l'arbitrato, alcuni istituti di parte generale del codice di procedura civile. Per chiudere, un capitolo dedicato alla complessa disciplina transitoria. Muovendosi in questo intricato reticolo normativo, il volume ambisce a proporre all'operatore le prime opzioni interpretative, restituendo un giudizio dell'ennesimo intervento sul processo civile fatto di diverse ombre, qualche luce e molti chiaroscuri.
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Il volume si occupa in maniera approfondita degli adempimenti pubblicitari che riguardano il testamento olografo ed il testamento segreto.L’analisi muove dall’esame del regime giuridico a cui è sottoposto il documento testamentario con riguardo all’arco temporale che va dalla confezione dell’atto fino all’apertura della successione, per, poi, successivamente incentrarsi sugli adempimenti formali funzionali a garantire la piena esecuzione delle disposizioni testamentarie a far tempo dalla morte del de cuius.La trattazione, benché incentrata sul procedimento di pubblicazione dell’olografo e del segreto – di cui viene fornita una ricostruzione organica nel dialogo tra dottrina, giurisprudenza e prassi notarile –, non trascura gli ulteriori incombenti formali che contribuiscono a definire il complessivo regime pubblicitario a cui sono sottoposte le predette forme testamentarie.
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Il tema della radicalizzazione di matrice religiosa e delle relative attività di contrasto occupa la scena pubblica da ormai due decenni, senza che il tempo trascorso abbia condotto a una soluzione condivisa tanto a livello sovranazionale, quanto nel panorama italiano. La materia, che vede intrecciarsi i rapporti tra diritto, sicurezza e religione, risente infatti ancora di criticità essenziali, che il libro affronta muovendo da una prospettiva giuridica e in specie ecclesiasticistica. Su tutte, l'individuazione di una definizione compiuta di "radicalizzato", e quindi di "radicalizzazione", tuttora foriera di confusione. L'autore, dunque, ne propone una propria, che vaglia alla luce delle attuali strategie di contrasto esistenti nel nostro paese e, soprattutto, dei principi costituzionali su cui si fonda l'ordinamento democratico, laico e pluralista. Infine, si interroga sulla perdurante assenza di un piano nazionale di prevenzione e de-radicalizzazione, con l'auspicio che da questa riflessione teorica possano maturare frutti concreti, in ossequio alla tradizione che vuole il diritto, anzitutto, una scienza pratica.
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Con il decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 149, il Consiglio dei Ministri ha dato esecuzione alla legge delega 26 novembre 2021, n. 206, al cui commento era già uscito un primo volume, curato da Autori impegnati nella ricerca, ma anche nell’applicazione quotidiana delle norme esaminate. Gli stessi Autori, nel presente volume, riesaminano gli istituti commentati alla luce degli articolati del decreto legislativo, con il quale la riforma si è compiuta. La riforma del processo e del tribunale unico per le le persone, per i minorenni e per le famiglie, costituisce l’intervento legislativo di maggiore importanza del decreto legislativo, per ampiezza e dimensione, essendo inseriti oltre settanta articoli nel codice di procedura civile (artt. 473 bis e ss.; art. 473 ter) e compiute abrogazioni nel codice civile, nel codice di procedura civile e nelle leggi speciali. Sia le nuove norme che le norme abrogate vengono trattate, nelle singole aeree tematiche, con un particolare rigore nella ricostruzione generale, pur nella prospettiva dei problemi applicativi che presto o tardi interpreti e operatori incontreranno, in considerazione dell’entrata in vigore della riforma a partire dai procedimenti iniziati con ricorso depositato dopo il 1 marzo 2023.
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Ai sensi dell'art. 19, par. 3, del Trattato istitutivo dell'Unione europea, la Corte di giustizia dell'Unione europea è competente a pronunciarsi in via pregiudiziale «sull'interpretazione del diritto dell'Unione europea o sulla validità degli atti adottati dalle istituzioni [dell'Unione]». I relativi procedimenti, disciplinati dall'art. 267 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e comunemente designati con l'espressione «rinvio pregiudiziale», possono (o debbono) essere attivati su domanda di una giurisdizione di uno degli Stati membri. Nelle parole della Corte di giustizia, il rinvio pregiudiziale è «la chiave di volta del sistema giurisdizionale istituito dai Trattati», che permette all’ordinamento dell’Unione di mantenere la propria autonomia e peculiarità. Per la Corte costituzionale italiana, il rinvio pregiudiziale «concorre ad assicurare e rafforzare [quel]l’architrave su cui poggia la comunità di corti nazionali», ovvero il primato stesso del diritto dell’Unione. La rilevanza del rinvio pregiudiziale, dunque, lungi dall’esaurirsi nel perimetro dei profili squisitamente “comunitari”, investe il sistema giuridico nazionale nella sua interezza. Esso costituisce il meccanismo che ha permesso, e tutt’ora permette, di sancire i più importanti principi dell’ordinamento dell’Unione europea, nonché di tutelare i diritti dei singoli attraverso un continuo adattamento e dialogo tra le legislazioni nazionali e quella dell'Unione europea. A dimostrazione del suo rilievo “sistemico”, la dottrina è arrivata a definire il rinvio pregiudiziale una «procedura di infrazione dei cittadini», «un élément sacro-saint de l’héritage juridique européen», nel contempo però non esitando a considerarlo «victime de son succès», alla luce delle tensioni di cui la sua proposizione è sovente espressione, tensioni che vengono ora superate e sopite, ora acuite ed accentuate, dalle sentenze pronunciate dalla Corte di giustizia per rispondere ai quesiti che i giudici nazionali le sottopongono. Si dice che la Corte di giustizia temesse che la procedura pregiudiziale – nata sulla scorta di diversi modelli, ma certamente su forte impulso della delegazione diplomatica italiana, almeno con riguardo al rinvio interpretativo – potesse risolversi in un fallimento, rimanendo sostanzialmente disapplicata; e che il timore fosse così forte e sentito che il deposito del primo quesito, proposto da un giudice olandese nel 1961, fu festeggiato commissionando l'acquisto di una cassa di champagne. Vero o falso che sia l’aneddoto, quel che è certo è che, da allora, il contenzioso pregiudiziale non si è più fermato, con oltre 11.000 procedimenti complessivamente instaurati su iniziativa di giudici appartenenti a tutti gli Stati membri dell’Unione (di cui più di 1.400 promossi da giudici italiani), costituenti attualmente il 67% del carico di lavoro della Corte di giustizia.
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Il volume offre il risultato di una riflessione sulle caratteristiche degli ordinamenti costituzionali dell’Asia orientale. Nel corso del lavoro, oltre all’approfondimento dei diritti stranieri considerati, sono state condotte indagini anche nell’ottica del confronto interno o areale, vale a dire tra i sistemi giuridici orientali, e rispetto agli ordinamenti giuridici pubblici appartenenti ad altre tradizioni giuridiche, principalmente alla Western legal tradition. I settori degli ordinamenti esaminati riguardano il sistema costituzionale, con un’analisi separata degli organi legislativi, esecutivi e giudiziari compresa la giustizia costituzionale (nelle esperienze nazionali che la contemplano), le forme di decentramento politico-amministrativo e il catalogo dei diritti fondamentali. In accordo con le tendenze ampiamente prevalenti nella letteratura internazionale sulla metodologia giuridica comparativa (per quanto qui rileva, nel campo del diritto costituzionale), sono stati esaminati sia i profili diacronici che quelli sincronici dei diritti nazionali considerati.
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