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Quale teatro se non il «Globe», che porta un nome tanto esplicito e significativo, può racchiudere in sé l’idea degli antichi di un luogo cosmico, religioso e magico in cui si dipana l’esistenza dell’uomo? «Il Globe», scrive la Yates, «era un teatro magico, un teatro cosmico, un teatro religioso, un teatro di attori, progettato per dare il più completo sostegno alle voci e ai gesti degli attori mentre recitavano il dramma della vita umana all’interno del «teatro del mondo». Istituendo il collegamento tra il «teatro della memoria» di Fludd e il «Globe» di Shakespeare la Yates ha il merito di avere fornito un’ipotesi affascinante circa le origini del teatro pubblico elisabettiano. Considerare infatti il teatro elisabettiano come il prodotto dell’applicazione delle teorie architettoniche classiche contenute nel trattato De architectura di Vitruvio ha significato in qualche modo andare a rintracciarne le origini nella lontana Italia rinascimentale e neoplatonica piuttosto che nell’Inghilterra di allora, provinciale e arretrata. Indagando infine i diversi punti di contatto tra il disegno del teatro elisabettiano e quello dell’antico teatro vitruviano, ed in particolare i concetti di proporzione e di armonia cosmica, di simmetria e di acustica, emerge chiaramente come attraverso il suono sia possibile percepire la struttura proporzionata del cosmo
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TheMagdalenaProject@25 - Legacy and Challenge is a collection of writings by women who work in theatre all over the world. It is rare to find such a range of professional experience, age and cultural background in one publication. Key chapters for the book are written by Gilly Adams, Geddy Aniksdal, Jill Greenhalgh and Julia Varley. Contributions include introductions by Maggie B. Gale and Susan Bassnett, and articles by other forty women closely associated with The Magdalena Project.
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At its foundation in 1980, ISTA, International School of Theatre Anthropology, was defined a "school" by Eugenio Barba since its purpose was to explain the principles of a new discipline: theatre anthropology. In the course of 36 years and fifteen sessions, ISTA´s western and Asian teachers and the combination of various professions have created a temporary yet periodic milieu which shares questions and research.
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Numero speciale della rivista Taiyo (The Sun) dedicato agli attori Kabuki che rivestono solo ruoli femminili
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Sin dalla sua fondazione, nel 1740, il Teatro Regio di Torino si collocò ai più alti livelli nel circuito internazionale delle capitali della musica, in un'epoca in cui l'opera, diffusa in tutte le corti europee, costituiva la più nobile forma di spettacolo. Ma la sua storia è anche intimamente legata a quella di Torino e del nostro Paese: teatro di corte prima, "Teatro Nazionale", "Grand Théâtre des Arts", "Théâtre Imperial" negli anni della Rivoluzione francese e dell'Impero napoleonico, e infine "teatro della città", il Regio ha rispecchiato vicende e umori di quasi trecento anni di vita italiana. Ne sono prova, forse effimera ma assai rivelatrice, gli spettacoli allestiti per celebrare i momenti salienti della vita politica, dalle nozze dei regnanti alle feste repubblicane e imperiali, sino alle "accademie di ginnastica" d'epoca fascista. Allo stesso tempo, parallela e intrecciata a quella del Regio, si svolgeva la storia della musica e della fruizione di uno spettacolo che, in forme e modi differenti, non ha mai smesso di affascinare il pubblico.
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