Nella prima metà dell'Ottocento a Bologna sono aperti ben venti teatri: la società che li frequenta detta mode e modi di vita suoi particolari. Linguaggi e codici comportamentali accomunano pubblico ed operatori dello spettacolo. In quest'ambiente Mauro Corticelli vive con l'ambizione di venir considerato un «grande impresario Ed in effetti, operando negli spazi cittadini ed organizzando corrispondenze con l'Europa teatrale, riesce ad incontrare i massimi esponenti artistici del suo tempo: Adelaide Ristori e Giuseppe Verdi. Sotto lo sguardo di Corticelli cadono paesaggi, città, teatri. spettacoli. organizzazioni e mestieri di teatro d'ogni parte del mondo. Quelle che noi oggi consideriamo esperienze distanti e perfino antitetiche — spettacolo di prosa e teatro in musica, cultura locale ed espressioni sovranazionali, sistema finanziario dell'Europa borghese e coraggiosa imprenditoria delle terre d'America — appaiono a questo protagonista come varianti minime di un universo globale. Il modo di guardare al teatro di Mauro Corticelli, tanto diverso dal nostro, ma assai comune tra i suoi contemporanei, fa sì che egli si presenti non come personaggio eccezionale bensì come testimone esemplare del teatro visto dagli occhi di un addetto ai lavori.