Ultimi arrivi

Le svariate forme di teatro si sono affermate nella tradizione occidentale, a partire dall’esperienza greca e magno-greca, da un originario nucleo orchestico. La danza, codice comunicativo primigenio, e quindi la voce rendono protagonista il corpo degli attori, rimarcando la natura visiva dell’arte teatrale, anche quando, successivamente, si elaborano ’copioni’ con caratteristiche poetiche o letterarie di alta caratura. Il corpo assume di conseguenza un ruolo di differente centralità con oscillazioni che vanno dallo spettacolo di mimo o di teatro-danza alla lettura di un testo drammaturgico in forma di oratorio. Il volume presenta una serie di saggi di taglio filologico, storico, antropologico, frutto di una ricerca interdisciplinare che, pur prendendo le mosse da testi del teatro antico, punta l’attenzione sulle forme di teatro di ricerca contemporaneo, nonché sulle esperienze laboratoriali in cui si privilegia il lavoro sul corpo dell’attore.
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Nella prima metà dell'Ottocento a Bologna sono aperti ben venti teatri: la società che li frequenta detta mode e modi di vita suoi particolari. Linguaggi e codici comportamentali accomunano pubblico ed operatori dello spettacolo. In quest'ambiente Mauro Corticelli vive con l'ambizione di venir considerato un «grande impresario Ed in effetti, operando negli spazi cittadini ed organizzando corrispondenze con l'Europa teatrale, riesce ad incontrare i massimi esponenti artistici del suo tempo: Adelaide Ristori e Giuseppe Verdi. Sotto lo sguardo di Corticelli cadono paesaggi, città, teatri. spettacoli. organizzazioni e mestieri di teatro d'ogni parte del mondo. Quelle che noi oggi consideriamo esperienze distanti e perfino antitetiche — spettacolo di prosa e teatro in musica, cultura locale ed espressioni sovranazionali, sistema finanziario dell'Europa borghese e coraggiosa imprenditoria delle terre d'America — appaiono a questo protagonista come varianti minime di un universo globale. Il modo di guardare al teatro di Mauro Corticelli, tanto diverso dal nostro, ma assai comune tra i suoi contemporanei, fa sì che egli si presenti non come personaggio eccezionale bensì come testimone esemplare del teatro visto dagli occhi di un addetto ai lavori.
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Nourri des récits des croisés, des voyageurs et des marchands, l’Occident rêve depuis longtemps des mirages de l’Orient lorsqu’en 1704 Antoine Galland donne la première traduction des contes des Mille et une Nuits. L’Orient, dès lors, devient à la mode, et la mode se fait au théâtre.Les opéras de Rameau, les pièces de Molière ou de Racine et les tragédies de Voltaire abondent en turqueries montées avec faste. Puis la féerie orientale, pittoresque et sensuelle, où les romantiques ont trouvé refuge au xixe siècle, opérera de plus belle par la suite : de la cérémonie turque du Bourgeois Gentilhomme à La Caravane du Caire, de La Péri de Théophile Gautier à la Shéhérazade des Ballets Russes, cet impérissable parfum d’exotisme n’a jamais cessé de plonger le spectateur dans une voluptueuse ivresse.Revue de quelques-uns des somptueux costumes et décors qui, d’hier à aujourd’hui, ont installé l’Orient des Mille et une Nuits sur les scènes de nos théâtres
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