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Kantor - la classe morta Una scena scarsamente illuminata e circoscritta da una corda, vecchi banchi di scuola, tarlati ed impolverati, pile di vecchi libri ingialliti e secchi, una latrina. Questa è una sommaria descrizione, che non rende merito, a ciò che si prentava agli occhi dello spettatore de La classe morta. Seduti ai banchi come i bravi scolaretti che furono, vecchi e vecchie decrepiti, vestiti in nero con i vestiti lisi e consunti, i volti coperti da una sottile membrana grigia. In buon ordine uno alla volta chiedono con grande solennità di poter uscire, la scena si svuota. Ma subito dopo riappaiono i vecchi di prima, trascinano sulle spalle manichini dai volti di cera, simbolo dei bambini che furono, simboli del passato che torna, come un fardello che pesa, che piega il corpo. Un passato dal quale non si può prescindere. I vecchi scolari passano il loro tempo tra stupidi scherzi infantili, urlano, litigano, usano la latrina. Un'altra serie di personaggi abita la Classe morta. Un bidello che intona i canti di una giovinezza svanita, affogata tra i sogni. Un soldato della Seconda Guerra mondiale, con una lunga baionetta, simbolo che probabilmente unisce le due grandi guerre di questo secolo. Una donne delle pulizie (interpretata da un uomo) che brandisce come una falce la propria scopa. Quest ammasso di corpi che si deteriorana o che sono destinati a scomparire galleggia al ritmo di un trascinante valzer polacco, che s’interrompe a tratti facendo precipitare la scena in una grottesca atmosfera. A presiedere a questo universo, fuori dal tempo, ma che in certo modo è il tempo, c’è lui, l’autore, il demiurgo, Tadeusz Kantor. Seduto con lo sguardo attento guarda la scena, la dirige, l’accompagna nella sua vita.Tadeusz KantorLontanamente ispirato a Tumore cervicale di Witkiewicz, La classe morta è un lavoro costruito con la tecnica del Collage, prendendo pezzi dalla tradizione ebraica, dalla Bibbia, dalla Mitologia occidentale. La classe morta rappresenta per Kantor la sintesi di tutte le sue teorie le sue esperienze sulla pratica teatrale, con questa messinscena Kantor raggiunge la notorietà internazionale.“ Si vedono entrare delle creauture umane – degli individui allo stato senile – che fanno corpo con dei cadaveri di bambini. Questi fanno pensare a delle escrezioni parassitarie e ipertrofiche che sembrano in simbiosi con questi vecchi allo stato larvale, dei depositi di ricordi del periodo dell’infanzia, ormai dimenticato e respinto dall’insensibilità e dal pragmatismo che ci rendono incapaci di cogliere in noi l’immaginazione del passato “
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With a precision unparalleled in any other book of its kind, The Classic Ballet presents a lucid text, and nearly six hundred drawings describe and illustrate in minute detail the proper body position, balance point, movement, and attitude of each position and step in the basic classical repertory
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Entre les obsèques d'Adrienne Lecouvreur, dont l'Eglise refuse de bénir la dépouille en 1730, et les funérailles quasi officielles de Sarah Bernhardt en 1923, près de deux siècles s'écoulent au cours desquels va peu à peu s'effacer le contraste entre le prestige du théâtre et le pitoyable statut accordé aux comédiennes. Cet ouvrage s'attache à montrer comment, au XIXe siècle, elles acquièrent, mais non sans mal, une respectabilité. Anne Martin-Fugier décrit dans le détail, sordide, pittoresque ou magnifique, ce que furent les vies de ces femmes, les stars et les autres, depuis l'apprentissage des planches jusqu'au dernier tomber de rideau. Rebelles ou dociles, fantasques ou appliquées, adorées ou sifflées, tour à tour monstres sacrés ou parias. Ce livre, qui leur est consacré, est aussi une histoire de théâtre au siècle d'Hernani et de l'Aiglon, du temps de Musset à celui de Feydeau.
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