Il teatro è sempre stato e resta una costruzione collettiva, in nessun modo riducibile alla semplicepagina scritta. Ciò che si vede sulla scena è il risultato del lavoro di drammaturghi, attori, registi, tecnici,scenografi e — perché no — anche del pubblico. Proprio per questo motivo ogni testo teatrale si presta,a ogni ripresa, a interpretazioni fortemente di parte, a manipolazioni che ne arricchiscono i significati,mettendo in luce aspetti trascurati dalla tradizione.Sulla base di queste considerazioni, Umberto Albini affronta la «vita teatrale» nell'Atene classicaprendendo in esame le sue componenti: attore e coro, maschere e costumi, macchine teatrali eattrezzeria, edifici e festival, pubblico e, per quanto possibile, musica e gesto. Sono le parti di un tutto incui la cultura provoca, a ogni istante, un incontro complesso e «aperto» con la vita, facendo scaturireinterpretazioni sempre nuove. La seconda parte del libro, dedicata ai testi e agli autori (Eschilo, Sofocle,Euripide, Aristofane, Menandro), ripercorre il viaggio nella tradizione di alcuni tra i miti di fondamentodella cultura occidentale. Completano il volume una guida bibliografica e un indice analitico.