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« Le cœur de Camille abrite les battements d’une valse, on l’entend de loin son cœur, on le voit franchir un siècle, traverser les années, les guerres et les saisons, puis il s’approche de nous et s’invite dans ces pages : on dirait qu’elle a quelque chose encore à nous dire, qu’elle n’a jamais su dire, qu’elle n’a jamais pu dire, ou alors ses mots ont été perdus, déchirés, brûlés, on ne sait pas, ceux qui restent ne suffisent pas, sa vie est toute trouée. Valse noire, de terre, de plâtre, de marbre, d’onyx ou de bronze, démarche trébuchante, valse brillante, valse folle, qui continue à faire entendre ses pas, ses tremblements, son pouls, sa grande énigme. Ce livre, je l’écris pour elle. »Pour bâtir ce voyage vers Camille Claudel, Colette Fellous a multiplié les recherches, accédé aux archives, observé sans répit les œuvres, convoqué les heures claires et les jours noirs. Un livre choral qui donne un nouvel éclairage au « cas Camille ».
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Negli ultimi trent'anni la straordinaria evoluzione del graphic novel gli ha consentito di superare in tutto il mondo le convenzioni ormai vintage del fumetto per dimensioni, forma e contenuto, sino a trasformarlo in un veicolo per la narrazione di problemi cruciali. Ma che cos'è un graphic novel? Le statistiche ci dicono che è uno dei media oggi a più rapida crescita, perché unisce le parole e le immagini, la complessità di una narrazione romanzesca alla scattante sinteticità di un montaggio visivo, e tale completezza suggerisce persino agli operatori scolastici di introdurlo nei curricula formativi. Il volume ricostruisce la storia del graphic novel, le sue caratteristiche formali e i testi che ne hanno sancito il successo, da Maus di Art Spiegelman ai racconti di Lorenzo Mattotti.
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Nessun genere cinematografico americano ha saputo, al pari del noir, imporre la propria imprescindibile impronta estetica, stilistica e tematica nell'immaginario contemporaneo, transitando dall'epoca classica ai decenni successivi e fino a oggi in un ininterrotto alternarsi di rinnovamenti, recuperi, metamorfosi e contaminazioni. A partire dagli anni sessanta, tra remal hardboiled, citazionismi, gangster story, thriller e pulp, da "Detective Story" a "Il braccio violento della legge", da "Taxi Driver" ad "American Gigolo", da "Brivido caldo" a "Gli intoccabili", da "Blade Runner" a "Il silenzio degli innocenti", da "Heat" a "Mystic River" e "Pulp Fiction", il cinema noir americano ha saputo reinterpretare la sua grande tradizione, forte di una straordinaria schiera di registi, sceneggiatori e interpreti. Autori del calibro di Friedkin, Fleischer, Scorsese, De Palma, Mann, Eastwood, Lynch, Tarantino e tanti altri vi hanno trovato l'ideale contesto espressivo per film da considerarsi ormai alla stregua di classici. "Cinema noir americano 1960-2020", nel quale il rigore dello storico si combina con l'originalità e la precisione dello sguardo cinefilo, ricostruisce in tutta la sua ricchezza e complessità una delle pagine più significative della cultura americana contemporanea.
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Dal secondo dopoguerra, e ancor più dalla fine degli anni sessanta, la mafia siciliana è stata oggetto di decine di film e poi di fiction televisive, con un corredo riconoscibile e stereotipato di personaggi, situazioni, immagini: un codice che si è sovrapposto agli eventi storici, li ha modellati e ne ha influenzato la percezione. Frutto di una ricerca decennale, questo libro rappresenta il primo studio completo sui modi in cui il cinema ha raccontato Cosa Nostra. Una lettura documentata e provocatoria, che ribalta molti luoghi comuni. Il cinema italiano non ha quasi mai raccontato davvero la mafia, ma si è inventato un «mafiaworld» parallelo, che ha influenzato la percezione del fenomeno da parte dell’opinione pubblica, e perfino i modi in cui i mafiosi stessi si sono visti. Dalla strage di Portella della Ginestra al maxiprocesso, dagli attentati del 1992 a oggi, Emiliano Morreale ripercorre la storia del mafia movie attraverso materiali d’archivio inediti o rarissimi. Dal neorealismo a Salvatore Giuliano, dal Padrino alla Piovra, dai Soprano al Traditore, da Ciprì e Maresco alle biografie televisive di boss e martiri; ma anche film sconosciuti e illuminanti, e pellicole che non furono mai girate, per censura politica o difficoltà economiche. I mafia movie, rivisti oggi, ci parlano del loro tempo in maniera indiretta. Dietro i modi in cui Cosa Nostra viene raccontata si intravedono la crisi degli intellettuali negli anni del boom, le contraddizioni davanti ai cambiamenti del ruolo della donna, lo smarrimento di fronte alla strategia della tensione o all’ascesa di Berlusconi. La Sicilia e la mafia, insomma, diventano il luogo in cui situare paure, ansie, difficoltà della società italiana, per esorcizzarle, sperando di trovare «la chiave di tutto», fino a un presente dove il racconto di Cosa Nostra sembra evocare solo il passato, come una favola.
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I saggi che il volume raccoglie sono dedicati ad aspetti o temi della produzione artistica degli ultimi secoli del Medioevo e descrivono la svolta epocale che le arti conobbero in Italia intorno all’anno 1300 da punti di vista diversi, nella loro specificità e nel loro divenire storico attraverso percorsi più o meno estesi. Con un’impostazione storico-culturale necessariamente aperta verso altri ambiti del sapere, in particolare quello letterario e quello scientifico, sono tessute alcune delle fila lunghe della trama storica attraverso un lavoro di scandaglio sottile e di paziente ricucitura, volti a raccontare un’eredità culturale che è forte della sua consapevolezza storico-artistica ma rifugge dai manierismi e dagli irrigidimenti disciplinari. Da punti di vista sovente non convenzionali ne risulta una descrizione originale di una stagione cruciale e dibattutissima della Storia dell’arte in Italia come fenomeno europeo.
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Il multiforme e affascinante rapporto fra poesia e musica: questo il tema che si intende affrontare, fornendo informazioni tecniche, riassumendo nozioni e principi fondamentali, proponendo riflessioni teoriche e strumenti metodologici, senza voler ridurre a paradigma normativo ciò che, per fortuna, non ha mai seguito regole precise e assolute. Dopo una disamina dei parametri del suono vocale, comuni al parlare e al cantare, ampio spazio è dedicato ad alcune nozioni basilari di versificazione (classica e romanza, inglese e tedesca) e ritmica musicale. Duplice punto d'arrivo di queste riflessioni è da un lato la distinzione, non sempre così netta, fra "poesia per musica" e "poesia pura in musica", dall'altro la definizione non meno articolata di una terza e meno nota categoria, fondata sul principio opposto della "musica per poesia".
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