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Das erste Buch über die organisierte Kriminalität der mächtigsten Mafia Europas. Momentan steht sie im Rampenlicht, obwohl sie lieber im Dunkeln arbeitet: Der bisher größte Prozess gegen die 'Ndrangheta, die mächtigste Mafia Europas, läuft seit Januar 2021 in Italien und zieht Aufmerksamkeit auf sich. Denn: Die 'Ndrangheta ist schon lange kein rein italienisches Problem mehr, sondern betrifft ganz Europa. Und damit unser aller Leben. Von der Lebensmittelproduktion bis zur Müllentsorgung – die "Krake aus Kalabrien" hat ihre Finger im Spiel. Mit unglaublichem Mut und Durchblick gelingt es der Journalistin Sanne de Boer, das System hinter dieser äußerst raffiniert agierenden Mafia zu durchdringen, die besonders von Krisenzeiten wie der jetzigen enorm profitiert und der die europäische Gerichtsbarkeit kaum etwas entgegenzusetzen hat. Ein ebenso enthüllendes wie erhellendes Buch!
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Giunto alla sua quattordicesima edizione, il Rapporto – redatto nel Dipartimento di Economia e Diritto, con il contributo anche di studiosi ed esperti esterni – costituisce un appuntamento stabile di dibattito proposto dalla Sapienza Università di Roma sulle problematiche strutturali e congiunturali del welfare state collegate al più complessivo contesto economico-sociale. Le tematiche specifiche analizzate quest’anno riguardano i mutamenti economico-sociali indotti dal Covid-19, la sua valenza storica che travalica gli aspetti sanitari, i suoi “effetti collaterali” sulle teorie e sulle politiche economiche prevalenti nei passati decenni che prefigurano nuovi equilibri nei rapporti stato-mercato, un più accentuato ruolo dei sistemi di welfare e una maggiore spinta alla costruzione europea. Il Rapporto approfondisce specificamente le problematiche post pandemiche dello stato sociale in Europa e in Italia e delle connesse politiche economico-sociali. Analizza: le dinamiche demografiche e migratorie; le politiche del lavoro e della sua nuova organizzazione connesse alla possibilità di svolgerlo in presenza e/o in remoto; la “questione salariale” come fattore non solo di squilibri sociali, ma anche di freno alla crescita e all’innovazione; l’andamento delle diseguaglianze; le tendenze nella sanità, nell’assistenza e negli ammortizzatori sociali. Particolare attenzione è dedicata alla previdenza pubblica e privata. Le analisi sono accompagnate da valutazioni e proposte che interagiscono con il dibattito europeo e nazionale. Oltre ad essere uno strumento di lavoro per studiosi e operatori del settore, il Rapporto si rivolge a tutti coloro che su questi temi intendono farsi un’idea più chiara e meno convenzionale di quella che spesso viene offerta dal dibattito politico e giornalistico.
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In the early hours of an August 2007 morning a gunfight broke out in an Italian restaurant in Duisburg, Germany; in less than five minutes over seventy shots were fired into the bodies of six men. Both the victims and the assassins were members of the 'Ndrangheta crime organization. Calabria's Mafia had brazenly shown its savage influence outside Italy for the first time. In "The Honored Society" award-winning investigative reporter Petra Reski reveals the Mafia menace lurking throughout the world-- from espresso bars in Palermo to European halls of parliament to the corporate headquarters of enormous agricultural firms. In haunting and exquisite prose she explores the Byzantine structure of the 'Ndrangheta, Cosa Nostra and other mafia clans throughout Italy -- the code they live by, the destruction they wreak, how they operate within the country and how they operate internationally. She shows how these syndicates dominate everything from nuclear waste disposal to hotel chains to the marijuana trade in Australia and cocaine trafficked throughout the world. Reski shows how figures such as Silvio Berlusconi were made by the Mafia, and how those who dared to defy its codes were broken. A searing portrait of the criminals who have come to control not only Italy but vast swathes of the globe, "The Honored Society" is a journalistic tour de force.
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Mafia e antimafia, complicità ed eroismi. Una storia lunga 150 anni rivive nelle pagine del saggio di Pippo Di Vita, che contiene l'analisi del fenomeno e le testimonianze di numerosi familiari e amici delle vittime della mafia: magistrati, investigatori, sindacalisti, giornalisti, politici. Il volume è preceduto da una prefazione di Sandro Provvisionato, storico inviato del settimanale Europeo, del Tg5 e di altri media nazionali, nonché esperto di misteri italiani. Il libro è suddiviso in due parti: nella prima, Pippo Di Vita descrive il significato, la nascita, l'organizzazione e il successo della mafia, viva ed attiva ancora ai nostri giorni, e il suo stretto rapporto con la politica, senza la quale non potrebbe e non può esistere. Nella seconda parte, affronta la realtà dell'antimafia, realizzata da uomini che l'hanno combattuta sul serio. Tra i familiari intervistati, vi sono Rita Borsellino, Giovanni Chinnici, Michele Costa, Franca De Mauro, Maria Falcone, Carmine Mancuso, Alfredo Morvillo, Placido Rizzotto, Antonio Scaglione e tanti altri. Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando è stato intervistato in qualità di consulente del presidente Piersanti Mattarella.
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Le tracce sono i veri testimoni “silenti” del crimine. Sono sempre presenti e sono affidabili perché non possono mentire, non si dimenticano, non si confondono, non possono essere sbagliate. Solo l’errore umano nell’individuarle e studiarle può sminuirne il valore. Oggigiorno, il rischio di errori è meno accentuato rispetto al passato. La scena del crimine non è più un bacino di raccolta indifferenziata di tracce, lasciata al caso e all’esperienza dell’investigatore. Le tracce vengono ricercate, interpretate e repertate con rigore logico, metodo scientifico ed elevata tecnologia, potendo fornire un prezioso contributo alla ricostruzione del fatto. Ma l’errore è sempre possibile. Sta al processo penale e ai suoi protagonisti individuarlo. Tuttavia, il sillogismo “scena-scienza-prova penale” si rivela difficile. Il problema di fondo è che le investigazioni sul locus commissi delicti si sottraggono alle tradizionali regole del procedimento probatorio. Il codice di rito risulta inadeguato ad ospitare i “nuovi” prodotti tecnico-scientifici nelle dinamiche di formazione della prova penale, poco attente alla fase di ricerca della fonte di prova. I rilievi e gli accertamenti non ripetibili sfuggono alle norme e alle categorie concettuali elaborate nel 1988, finendo per proiettare al dibattimento prove precostituite sottratte al contraddittorio, che la difesa non è stata in grado di controllare né bilanciare con le investigazioni difensive. Paradigma del libro è la scena del crimine nella sua complessità ed eterogeneità alla ricerca di un equilibrio tra diritto e scienza. Sotto il profilo giuridico, l’attenzione è rivolta all’individuazione delle disfunzioni normative e di soluzioni interpretative percorribili che tengano conto della realtà operativa, così come della più recente giurisprudenza espressasi in materia. Sotto il profilo tecnico-scientifico, alle cautele da porre nel primo intervento di polizia giudiziaria sino alle attività CSI, attraverso la descrizione delle procedure d’intervento sulle singole tracce (fluidi biologici, vetro, fibra, ecc.), anche in scenari criminali complessi (acquatico, incendiario, ecc.), corroborate dal richiamo alle linee-guida internazionali.
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Informative, authoritative, and eye-opening, this is the first full-length book devoted exclusively to uncovering the hidden history of how the Mafia came to dominate organized crime in New York City during the 1930s through 1950s. Based on exhaustive research of archives and secret files obtained through the Freedom of Information Act, author and attorney C. Alexander Hortis draws on the deepest collection of primary sources, many newly discovered, of any history of the modern mob. Shattering myths, Hortis reveals how Cosa Nostra actually obtained power at the inception. The author goes beyond conventional who-shot-who mob stories, providing answers to fresh questions such as: why did the Sicilian gangs come out on top of the criminal underworld? ; can economics explain how the Mafia families operated? ; what was the Mafia's real role in the drug trade? ; why was Cosa Nostra involved in gay bars in New York since the 1930s? Drawing on an unprecedented array of primary sources, The Mob and the City is the most thorough and authentic history of the Mafia's rise to power in the early-to-mid twentieth century. This updated paperback edition includes a new chapter on noted gangster Joe Valachi based on recently opened files.
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La testimonianza che la memoria non si cancella ma va curata, senza retorica, per comprendere quanto accaduto. Lo dobbiamo a coloro che ci furono. Lo dovremo a quelli che verranno.«Un libro da leggere perché racconta storie che tutti dovrebbero conoscere, specialmente i più giovani. E colpisce il fatto che a realizzarlo siano stati proprio dei ragazzi, impegnati nel fare memoria, nel conoscere la storia, nel voler cambiare il nostro Paese.» - Nicola Morra, residente della Commissione parlamentare antimafiaLa memoria non si cancella, recita il sottotitolo di questo volume. E la memoria siamo noi: le vite che viviamo, gli incontri, le parole dette, lette e ascoltate. Doni inestimabili, risorse straordinarie. La memoria è un diritto e un dovere che siamo chiamati a esercitare, soprattutto quando parliamo di Mafia. È questa la convinzione alla base della realizzazione del volume Morire di Mafia, edito da Sperling & Kupfer - il primo di un progetto più ampio -, nel quale vengono rievocate le storie di oltre duecento vittime del crimine organizzato dal secondo dopoguerra ai giorni nostri. Sono donne, uomini e bambini; magistrati, imprenditori, politici, giornalisti, membri delle forze dell'ordine e comuni cittadini; sono nomi dietro ai quali si celano esistenze spezzate, legami recisi, sogni infranti. Questo libro - che non ha alcuna pretesa di esaustività e completezza - parla di Mafia raccontando le persone e vuole essere un primo (e per forza di cose parziale) tentativo di fare Storia attraverso un mosaico di «microstorie», ponendo particolare attenzione ad alcune vicende meno note o ingiustamente abbandonate all'oblio. Morire di Mafia è un racconto corale al quale partecipano voci diverse - tra cui quelle dei familiari delle vittime -, generazioni e prospettive differenti. È la testimonianza che la memoria non si cancella ma va curata, senza retorica, per comprendere quanto accaduto. Lo dobbiamo a coloro che ci furono. Lo dovremo a quelli che verranno.
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«Ogni tanto un murticeddu, vedi che serve! Per dare una calmata a tutti!» Nelle intercettazioni l'ordine è chiaro: Cosa Nostra chiede di uccidere il giornalista che indaga sui suoi affari. Ma questo non ferma Paolo Borrometi, che sul suo sito indipendente La Spia.it denuncia ormai da anni gli intrecci tra mafia e politica e gli affari sporchi che fioriscono all'ombra di quelli legali. Dallo sfruttamento e dalla violenza che si nascondono dietro la filiera del pomodorino Pachino Igp alla compravendita di voti, dal traffico di armi e droga alle guerre tra i clan per il controllo del territorio. Le inchieste raccontate in questo libro compongono il quadro chiaro e allarmante di una mafia sempre sottovalutata, quella della Sicilia sud-orientale. Il tutto filtrato dallo sguardo, coraggioso e consapevole, di un giornalista in prima linea, costretto a una vita sotto scorta: alla prima aggressione, che lo ha lasciato menomato, sono seguite intimidazioni, minacce, il furto di documenti importantissimi per il suo lavoro, sino alla recente scoperta di un attentato che avrebbe dovuto far saltare in aria lui e la sua scorta. I nemici dello Stato contano sul silenzio per assicurarsi l'impunità, e sono disposti a tutto per mettere a tacere chi rompe quel silenzio. Il primo libro di Paolo Borrometi è una denuncia senz'appello su un fenomeno ritenuto in declino e in realtà più pervasivo di sempre, da combattere anzitutto attraverso la conoscenza del nemico. Perché il potere della mafia, come diceva Paolo Borsellino, è anche un fenomeno sociale, fatto di atteggiamenti e mentalità passive contro cui l'unico antidoto è l'esempio della resistenza e della lotta.
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In contexts of insecurity and inequality across the world, criminal groups have developed into powerful, state-like organizations. Marginalized citizens in search of protection and support may look to criminal leaders, gangs and mafias rather than to politicians and state agencies. Providing residents with forms of social welfare, security and dispute resolution, these criminal organizations have taken on the functions and symbols of the state. But criminals' positions of power are not only rooted in their social provisioning role, or in fear and force. 'Most Wanted' shows the role of popular culture in producing the socio-political authority of bosses, gangs and cartels. It illustrates this through discussions of Italian, Japanese and Russian mafias, and of criminal groups in Brazil, Ghana, Jamaica, and the United States. The essays collected here analyze different forms of visual, material and performative culture, including street art, film, video games, dance parties, popular music and various everyday objects.
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Cosa è successo alle donne vittime di violenza da un partner o ex-partner, da marzo a maggio 2020, quando tutta l'Italia si è chiusa per il primo, drammatico lockdown? Questo libro fa il punto sulla questione, a partire da una ricerca con donne che si sono rivolte a uno dei centri antiviolenza in Italia. I risultati emersi, in parte sorprendenti, restituiscono la varietà dei percorsi di uscita dalla violenza: le donne conviventi con un uomo violento hanno subito un aggravamento della situazione che, in alcuni casi, le ha spinte a intraprendere i primi passi per uscirne; per altre, non più conviventi, e per le loro bambine e bambini, le misure di distanziamento hanno rappresentato un'inaspettata e benaccetta tregua dalle violenze. L'indagine ha permesso di approfondire alcuni aspetti del maltrattamento al di là del periodo specifico: l'impatto sulla salute, la pervasività della violenza, l'uso strategico delle tattiche di controllo da parte dell'uomo violento e il ruolo della paura, la necessità di considerare la violenza come un continuum e non come una serie di atti separati. In primo piano risaltano la forza e il coraggio delle donne coinvolte, e il ruolo centrale delle operatrici dei centri antiviolenza, vere protagoniste del lavoro collettivo che si è confluito nel volume.
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