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Parafrasando Artaud, Il teatro e il suo Sud coglie nel teatro italiano un lato oscuro, un “doppio” che non è solo il vivace meridione, quanto quel groviglio di ingenti risorse creative e linguistiche mortificate dalla pochezza politica e culturale che spesso sovrintende allo spettacolo del nostro paese. Il libro parla di questa vicenda, ripercorrendo gli snodi storici, economici e politici che hanno segnato l'invisibilità e il declino di un genere oppresso dalla burocrazia e dai vincoli della pubblica amministrazione e le profonde contraddizioni di un territorio diviso tra tragiche miserie e ostentate nobiltà. Corredato di materiali e di un catalogo degli artisti, il saggio esemplifica con forza la labirintica e controversa presenza del teatro nel Sud e, al contempo, la sua ineliminabile necessità culturale nel panorama nazionale. Con la brillante parafrasi artaudiana, l'autrice ci consegna un dilemma a due corni e ci invita a riflettere sulle luci e sulle ombre di un teatro tuttora vitalis-simo ma che ha smarrito nei meandri dello Stato lo slancio utopico del Novecento e la libertà delle proprie origini.Luciana Libero, giornalista, studiosa e critico teatrale, è stata direttore artistico di iniziative e festival sul teatro contemporaneo in diverse città italiane. Ha promosso gruppi e aree di ricerca come nel caso degli autori napoletani del “Dopo Eduardo”, ha curato saggi e monografie sulla drammaturgia contemporanea e si è occupata inoltre di politiche e legislazione dello spettacolo. Vive e lavora a Roma.
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Il volume offre una lettura del significato ideologico del teatro spagnolo nell'età della grande fioritura barocca. Maravall non si occupa qui tanto delle peculiarità estetiche dell'espressione teatrale o letteraria ma, da storico, sviscera la funzione ideologica di questi testi e li utilizza per fornire un quadro d'insieme della società spagnola. Né la commedia, né in generale la letteratura spagnola del Barocco possono intendersi come un ritratto fedele della società. In particolare il teatro appare come una sorta di grande campagna di propaganda destinata a diffondere e rafforzare l'ideologia di alcuni gruppi dominanti.
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E' uno studio condotto sui teatri e sugli spettacoli a Venezia nel periodo del Rinascimento. Si tratta di un importante capitolo della storia del teatro e dello spettacolo che si intreccia con la storia politico-sociale della città in un momento di grande vivacità culturale ed economica per la Repubblica veneziana. L'autore indaga sia sulle strutture del teatro (attori, testi, luoghi, spettatori) sia sulle motivazioni politico sociali che spingevano la Repubblica ad organizzare le feste.
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