Ultimi arrivi

“There was dancing everywhere”, Paul Dupays wrote about the ‘Exposition Universelle’ in Paris in 1889: in addition to the female dancers of the Rue du Caire, the onlookers discovered gipsy women dancing a furious tango, Javanese women whose airs and graces baffled even the most cunning of us, girls from Martinique and Indochina, veiled women from Algeria, Kabyle women.” Thus exotic dances emerged in France, in universal and ethnological exhibitions. For almost the first half of the 20th century they sparked genuine interest among the audience and the dancers, who dedicated themselves to their practice.The figure of the exotic female dancer became the object of many a fantasy and left its mark on the world of music hall. Subsequently, in the 1920s and 1930s theatres brought together artists from all over the world such as Toshi Komori (Japan), Uday Shankar (India), Armen Ohanian (Armenia), Féral Benga (Senegal) and many more.
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La voce del corpo è come un’eco. È qualcosa di fantastico. Attraverso 'ki' e 'hara', la danza giapponese svela concetti sull’uomo validi universalmente. Questo libro offre al lettore occidentale una panoramica essenziale e piacevolmente narrativa delle più alte forme teatrali del Giappone, attraverso un’ampia galleria di personaggi e un ricco repertorio di opere.La danza giapponese (titolo originale "Nippon no buyô") di Watanabe Tamotsu, professore universitario a Tokio e critico di danza e teatro tradizionale giapponese, rappresenta uno dei testi più autorevoli del settore. Qui viene tradotto per la prima volta in lingua italiana con il contributo e il patrocinio di The Japan Foundation.
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Questo libro costituisce un contributo fondamentale agli studi della storia della danza ed alla riflessione teorica del mondo occidentale sui rapporti tra la danza greca antica e la storia dello spettacolo teatrale, almeno per i cinque secoli analizzati. Sono certo, curando questa edizione italiana, di fare cosa utile in primo luogo a tutti gli interessati che vorranno accostarsi agli studi sulla storia della danza e della cultura greca e mediterranea, e in secondo luogo a quanti vorranno realizzare i loro allestimenti e le loro rappresentazioni teatrali basandosi su recenti ed aggiornate cognizioni.
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Dal suo ruolo identificativo di pratica religiosa e rituale alla moderna incarnazione di spettacolo nazionale, la danza classica indiana odissi ha riservato sin dalle origini un posto d’onore alla figura femminile, la cui storia è incisa tanto nelle opere scultoree quanto nei documenti letterari. Pur conservando ancora l’impronta religiosa e spirituale delle origini, l’o?issi è oggi una forma d’arte e di intrattenimento che calca i palcoscenici dei teatri, dei festival e delle manifestazioni culturali indiane. È proprio in questo contesto contemporaneo che le danzatrici agiscono nella costruzione di un’identità precisa, frutto dell’esperienza quotidiana della pratica, in un particolare contesto estetico ed emozionale. La politica della danza in relazione al nazionalismo, alla globalizzazione, alla localizzazione e alle questioni di genere mostra come le donne abbraccino l'o?issi come una forma d’arte propria, trasferendo la danza dal contesto della “cultura alta” a una zona di mediazione culturale.
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Nel corso del Novecento la danza è stata sottoposta ad attenta e minuziosa indagine e a un radicale ripensamento. Se si esamina il progredire nel corso del secolo delle idee sull'uomo e sulle sue possibilità di comunicazione e di espressione attraverso il movimento, emergono le caratteristiche e le peculiarità della danza come esperienza sociale e di partecipazione rituale collettiva, come evento artistico e realtà spettacolare. Il volume ripercorre la storia della danza moderna e contemporanea dal punto di vista sociale e fenomenologico, dai grandi precursori all'avanguardia degli ultimi anni, e ne mette in luce la dialettica costante e produttiva con le prassi teatrali, le tecniche e le pedagogie del movimento.
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Dans cet ouvrage, Farid Paya rend compte de " l'expérience de la tragédie " qui a été sienne en tant que metteur en scène. De la tragédie, il ne nous reste que des textes. Le rituel scénique, de tradition orale, a disparu en tant que phénomène artistique. Pourtant ce contexte ne peut être purement et simplement évacué. Sans chercher à faire une reconstitution historique, l'auteur montre comment la mise en scène doit conserver certaines notions fondamentales telles que : la présence de la danse et du chant, l'adresse directe au public, la notion du questionnement tragique et l'ambiguïté de l'interrogation sur l'homme et la cité
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Le Dernier Caravansérail (Odyssées) est une série d'histoires, de miettes de destins, de parcelles de vie d'hommes et de femmes, ceux que l'on nomme réfugiés, clandestins, migrants, et qui, entre eux, s'appellent plus noblement les voyageurs. C'est un océan d'odyssées écaillées par le temps, héroïques ou banales, toujours dramatiques
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