Ultimi arrivi

This is the most comprehensive study done in recent years on the stagecraft of the ancient Indian theatre. Admirably written with a living theatre in mind, the work in its fourteen chapters unfolds the mysteries of Sanskrit theatre production with particular emphasis on the playhouse, the role of the curtain, the dramatic preliminaries, the employment of music, character-types, historic art, theatrical techniques and extraneous representation, all of which have received but scant attention of scholars of Sanskrit drama but so vitally important to a proper understanding of the way in which Sanskrit plays took physical shape on the stage. Chapter 13 is devoted to a detailed discussion on the different theatrical genres with a clear distinction drawn between rilpaka and upargpaka forms.The author dispels the fallacy that the Sanskrit theatre catered to the nobility and the literati alone and remained from the very beginning monopoly of the royal court. The reader will soon realize that Sanskrit plays, despite royal patronage, served as a form of popular entertainment throughout its long history from about the dawn of the Christian era at least up to the close of the first millennium. Its emphasis on the theatrical aspects of Sanskrit drama makes this book much different from what has hitherto been written and published about this most intriguing theatre.
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Di personaggi alti e plebei, allegri e drammatici, sovente trasgressivi, era gremito l’ambiente parigino fra Ottocento e Novecento. E tali sono anche i personaggi guida di questo libro: l’attrice più grande e la narratrice di maggior futuro del periodo, che attraversarono l’una il mondo dell’altra incontrandosi una sola volta. Il travestimento entrò nella loro arte e nella loro vita, in un tempo dal travestimento segnato, in senso sia leggero che tragico. Ma se ci si travestiva allora in più sensi, Sarah Bernhardt e Colette conferiscono un cuore teatrale, problematicamente teatrale, a queste pagine. Il teatro, come il travestimento, fa diventare un altro, un’altra; e con forza tale che un’attrice senza padre legale – Sarah – creò allora sconvolgenti personaggi maschili, e una piccola artista di caffè concerto – Colette – ne fu stimolata a cercarsi nella scrittura. Questa e altre dilatazioni disciplinari, fra storia e letteratura, preparano incontri ulteriori, il più importante dei quali, con Virginia Woolf, funge da commiato. La trama stessa dei riferimenti ha fatto della storia delle donne l’altro osservatorio privilegiato dell’analisi. Non a caso la vita condotta oltre i limiti prestabiliti fece delle attrici fra i due secoli figure di riferimento delle emancipazioniste e delle donne in genere. Arduo era il processo di assunzione e superamento dei ruoli nell’arte e nella vita; e il travestimento fu, per molte, un segno sociale di affermazione dell’identità, affrancata dal femminile, in una sfida-esperienza a tutto campo. Un mondo altro è così dischiuso da questo libro, non solo storico.
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Un catalogo figurato dei sogni d'evasione dei milanesi nel corso dei recenti secoli, un omaggio alla Scala e contemporaneamente all'immaginario del suo pubblico, per onorare il ritorno della Scala, restaurata e rinnovata. Il volume è il Catalogo della mostra di Milano (Palazzo Reale, 24 novembre 2004-30 gennaio 2005).
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Cet ouvrage collectif explore la place prise au théâtre par la dimension visuelle et l’image. Après avoir retracé genèse et évolution de l’image sur scène, du mur antique au décor de la Renaissance, il montre que l’avènement dans les années 70 du théâtre-image, que peut symboliser l’œuvre de Richard Wilson, fait écho aux recherches des expérimentateurs du début du siècle, tels Craig, Meyerhold, Artaud
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