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Fu, la vita di Vachtangov, una lotta col tempo e con la morte. Morì a trentanove anni braccato da un male incurabile. In questa stringente situazione, Vachtangov si afferma come uno dei grandi maestri della regia russa del Novecento, accanto a Stanislavskij, Mejerchol'd e Tairov. Accanto all'attività nel Teatro d'Arte, Vachtangov lavora con entusiasmo alla creazione di uno Studio. Con questo gruppo realizza alcuni tra gli spettacoli più importanti della sua carriera, ed elabora un nuovo stile dove la teatralità ed il libero gioco della fantasia diventano fondamentali
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Questo libro raccoglie studi e ricerche sul teatro italiano del Seicento. Riannoda le trame di quei dialoghi di relazione, di attrito, di concorrenza e di scambio che caratterizzano gli incerti confini di un teatro in cui le forme e le realtà organizzative della tradizione convivono con le “mutate sostanze” delle imprese professionistiche.Nelle diverse costellazioni di un teatro condiviso da dilettanti e professionisti, i profili di trasformazione e le tradizioni del nuovo affiorano alla luce della documentazione di azioni di insediamento e di conquista di spazi che sono stati ridotti al silenzio, dalla valorizzazione di zone franche in cui attività saltuarie e occasionali si trasformano nelle presenze durature e efficaci dei nuovi teatri cittadini. L’analisi di articolate strategie drammaturgiche e di modalità operative contribuisce a definire i mutamenti che si verificano nel campo dell'organizzazione e della fruizione degli spettacoli.Roberto Ciancarelli insegna Storia del Teatro e dello Spettacolo alla Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università di Roma “La Sapienza”. Si è occupato di teatro tra Rinascimento e Barocco e ha pubblicato II progetto di una festa barocca. Alle origini del teatro Farnese di Parma (1987) e l’edizione del Solimano (1992). Tra i volumi che ha curato, le antologie dedicate a Il teatro e le leggi dell’organicità (2005, in collaborazione con Stefano Ruggeri) e Il Ritmo come principio scenico (2006).
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Éta kniga - rezul'tat issledovanij, provodivšichsja s 1980 po 2005 g. Meždunarodnoj školoj teatral'noj antropologii (ISTA), rukovodimoj Éudženio Barboj, ucenikom Eži Grotovskogo. Vse stat'i, avtory kotorych special'no ne ukazany, napisany sovmestno Éudženio Barboj i Nikola Savareze
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Publikace shrnuje zkušenosti ISTA (Mezinárodní školy divadelní antropologie) z mnohaletého výzkumu asijských a evropských divadelních kultur. Autori se svými spolupracovníky zkoumali radu let prípravu a telesné techniky hercu a tanecníku a dospeli k prekvapivému záveru: prestože se scénický projev asijských hercu od nám známejších evropských divadelních forem navenek výrazne odlišuje, nesporne existují urcitá spolecná východiska a zákonitosti. Kniha je clenena do obsáhlých hesel (napr. Rovnováha, Ruce, Trénink, Dramaturgie, Strih cili montáž, Predexpresivita apod.), jež popisují jakousi základní "abecedu" herecké a divadelní práce. Autori v nich rozširují pohled na oblast scénických projevu v nejruznejších epochách a kulturách; publikované studie, úvahy, popisy vystoupení, výpovedi jednotlivých aktéru výzkumu, ale predevším srovnávací obrazová dokumentace ukazují necekané souvislosti hereckého umení, z nichž nekteré nabývají práve významu v soucasném divadle. (o skrytém umení hercu)
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